Recensione di Things 3

Cultured Code (Germania)

All’uscita della prima versione di Things, i seguaci del metodo Get Things Done di David Allen pensarono di essere morti e piombati in paradiso, direttamente. Get Things Done è un metodo di produttività molto noto, che consiste nel creare liste di cose da fare e suddividerle a seconda dei momenti in cui si possono affrontare. Ma mentre altre app di liste permettevano agli utenti di fare poco oltre alle liste, Things si avvicinava moltissimo al modello da 43 cartelline di GTD. Milioni di copie vendute e due Apple Design Award dopo (uno nel 2009 e uno nel 2017), Things è arrivato alla versione 3.

Questa versione è stata sviluppata in cinque anni, e trascina l’app in tutt’altro campo di gioco.
Prendiamo il design, per esempio. Basta con la vecchia interfaccia macchinosa di Things, e diamo il benvenuto a una grafica chiara, molto più facile da capire. I cerchi non servono solo a segnare le cose fatte ma anche a indicare quanto manca a terminare un progetto. Spostarsi tra titolo della cosa da fare, alla programmazione, all’aggiunta di tag al “segnare come fatto” è semplice e intuitivo. Il bottone “Magic Plus” per aggiungere un nuovo elemento è trascinabile, così da poter essere inserito esattamente dove si preferisce. Si può anche usarlo per aggiungere titoli alle attività e inserirle subito nella inbox.

In maniera assai intelligente, Things si integra con i vostri calendari, così da poterti dare un elenco di cose da fare oggi in ordine cronologico, seguito dal resto delle cose da fare. L’aggiunta di una categoria “Questa sera” vi permette di accumulare le cose da fare a quando sarete poi liberi dopo il lavoro.
I titoli possono diventare un elenco di csoe da fare, da poter riordinare; aggiungere una data alle singole voci è facile, basta usare il calendario automatico, che entra in azione non appena il software riconosce il vostro modo di scrivere. Su desktop potrete aprire diverse finestre, in modo da vedere diversi progetti (o attività) in contemporanea.

Sembra tutto bellissimo, e se avete impiegato cinque anni per sviluppare un simile sistema dovrebbe essere tutto fantastico. In realtà Things ha qualche difetto. Per prima cosa: manca qualsiasi aspetto collaborativo. Se state lavorando a un progetto con qualcun altro, non potrete condividere una lista. Things rimane un programma di produttività individuale. Inoltre, è limitato all’ecosistema Apple: potete usarlo sui vostri Mac, iPhone, iPad, e persino sul vostro orologio, ma non su Windows o su Android. Ogni versione dev’essere acquistata separatamente, inoltre: comprarle tutte vi alleggerirà di una novantina di euro, mica bruscolini: ci sono tantissime app gratuite in giro.

Ma se siete seriamente intenzionati a usare il metodo GTD, lavorando in solitaria e avete un centinaio di euro a disposizione, Things ha tutto quello che vi serve.

Conclusioni

Things è un colosso delle liste di attività. È costoso e limitato all’ecosistema Apple, ma è stracolmo di funzionalità utilissime.

ACCU-RATE:
Usabilità: 9 /10 Velocità: 8 /10 Funzioni: 9 /10 Supporto: 8 /10 Prezzo: 6 /10

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